Basket / Serie A
A Trento un’Estra impotente e con poche risorse: i voti del match

Nella trasferta trentina Forrest e Kemp sono discontinui, Cooke disastroso. Paschall cala alla distanza, tra gli italiani spicca Saccaggi
BENETTI 5,5: In questo delicato momento per la squadra il suo compito è di mettere la sua adattabilità al servizio del collettivo. E nonostante nel suo reparto non si brilli particolarmente, rimane molto in panchina e concede solo qualche minuto di riposo. I punti che porta a casa arrivano praticamente nel garbage time, quando Trento ha già archiviato da un pezzo la pratica Pistoia.
DELLA ROSA 5: Ferma restando l’intensità che non fa mai mancare, è chiaro che una gara da 1 punto e zero assist distribuiti sia un segnale chiaro di una leadership e di una tranquillità in regia mai imposte. Così come è altrettanto indubbio che gli esterni di Trento non siano stati abbastanza infastiditi da lui e dai suoi compagni.
CERON 5: Sfortunato e penalizzato dalla terna, che sul secondo fallo in attacco prende un grande abbaglio condizionandolo subito. Resta però il fatto che il nativo di Mirano, con tutte le attenuanti che gli si possono concedere, commette diversi errori marchiani in attacco e non riesce a stare al passo dei piccoli dell’Aquila.
PASCHALL 6: Per tutta la prima parte della partita è l’unico enigma che Trento non riesce a risolvere. Le sue penetrazioni a canestro sono incontenibili e se Pistoia rimane un minimo in gara fino all’intervallo lungo è soprattutto per merito suo. Ovviamente la benzina è destinata ad esaurirsi presto e, quando calano energie e lucidità, anche l’ex Golden State deve capitolare.
KEMP 5,5: Doppia doppia da 12 punti e altrettanti rimbalzi che però è solo la copertina di una gara dove è apparso, scomparso e riapparso quando ormai i giochi sono finiti. All’inizio della sfida sembra lo stesso giocatore che aveva messo a ferro e fuoco l’area di Brescia una settimana fa. Poi l’Aquila mette a posto anche questo potenziale pericolo e il numero 9 biancorosso raggiunge con estrema fatica il canestro.
COOKE 4: Poco da dire: una gara da ex disastrosa. Mawugbe lo mette subito al guinzaglio e lo limita sempre di più anche a rimbalzo. Lui poi ci mette ulteriormente del suo facendosi scappare palle anche perfettamente pervenutegli dai compagni e sbagliando clamorosi appoggi in solitaria sotto canestro. Dei suoi limiti si sapeva, ma tra questo e la prestazione con Napoli basterebbe avere una positiva via di mezzo per sperare un pizzico di più.
FORREST 5,5 : Come previsto dal suo allenatore e come successo anche contro Brescia, le attenzioni su di lui sono costanti. Ciò nonostante, finisce comunque come top scorer dei suoi affidandosi spesso al tiro dalla lunga e regalando ottimi inserimenti a canestro. Una dimostrazione di talento che però viene sapientemente arginato dalla difesa di coach Paolo Galbiati: non c’è un momento, infatti, in cui veste davvero i panni del trascinatore.
BOGLIO 5,5: I primi minuti in campo davanti al talento cristallino di Jordan Ford probabilmente se li ricorderà a lungo. Tutta roba che fa esperienza, ma la point guard della California prende fiducia proprio nel momento in cui può godere di uno scontro diretto assolutamente impari. Per il resto prova ad imporre una prudente regia e non sfigura.
SACCAGGI 6: Nel momento in cui Trento prende il via verso il più facile dei successi, è praticamente l’unico a ringhiare ed a prendersi la squadra sulle spalle con 5 punti consecutivi figli della sua caratteristica voglia di non mollare mai. Ovviamente non gli si può chiedere di più, ma questo “Sacca” al centro della chiesa (pericolante) rimane una delle poche note liete di un periodo estremamente deprimente per i colori biancorossi.
COACH OKORN 5,5: Stavolta non riesce a tenere in vita i suoi per più di un quarto. All’intervallo lungo, quando Trento ha operato le prime prove di fuga, non trova argomenti e soluzioni affinché i biancorossi possano far sudare ai padroni di casa la vittoria. Ovviamente non si può pretendere che lo faccia. Al coach sloveno, forse, basterebbe poter avere una squadra normale in tutte le sue componenti entro la fine della stagione.
