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Basket / Serie B Nazionale

Coach Grazzini analizza il derby: «Herons e La T Gema hanno in comune passione e coraggio»

Il tecnico termale ex-Bergamo si pronuncia sulla super sfida di Lucca: «La T Gema più cinica, Fabo ha molte armi ancora da sviluppare»

È stata un’attesa abbastanza strana, a causa di un calendario che ha dato poco tempo per prepararsi mentalmente e fisicamente. Ma eccoci qua, il derby di Montecatini è tornato. Per la sua edizione numero 15 la cornice sarà quella del PalaTagliate, a due passi dalla splendida cornice delle mura di Lucca. Le due protagoniste invece non cambiano, sono sempre le solite: Fabo Herons contro La T Tecnica Gema. I primi giocano in casa e chissà se avranno un maggior sostegno di pubblico, i secondi hanno dalla loro la miglior classifica e l’aver trionfato nel match d’andata.

DUE STILI AGLI ANTIPODI

Per sapere come andrà a finire questa volta bisognerà attendere la palla a due, intanto però proviamo a dare un quadro di quello che è stato finora e quello che potrà essere dalla palla a due in poi. Lo facciamo con un figliol prodigo del movimento cestistico montecatinese, un allenatore ancora giovane ma con una miriade di esperienze importanti in Italia ed anche all’estero, un tecnico che è attualmente svincolato ma che è fresco di titolo conquistato l’anno scorso a Bergamo in Serie B Interregionale: stiamo parlando di coach Gabriele Grazzini. «Essendo senza squadra ne approfitto per andare a guardare le migliori partite in zona e così ho potuto osservare le due termali dal vivo molte volte. Ero presente al derby di andata e sabato scorso ero a vedere La T Gema. E’ uno spettacolo a 360 gradi quello che offrono le due squadre, sono due modi di vivere in modo diverso la pallacanestro e Montecatini. Sono due stili di gestione societaria agli antipodi con i loro pregi e difetti. Ciò che le accomuna sono passione e coraggio perché fare basket nella Valdinievole in questo periodo è molto complicato per mancanza di risorse e di impianti, tant’è vero che un derby si è svolto a Pistoia e l’altro sarà a Lucca: questa cosa fa davvero male».

Nella sua analisi della stracittadina coach Grazzini non guarda molto ai pronostici, un derby in quanto tale è una sfida in cui vale tutto: «Entrambe arrivano all’appuntamento con sensazioni e motivazioni diverse. Secondo me il risultato della partita non precluderà niente a livello di classifica, anche perché mancano 17 partite alla fine della regular season. La T Gema ha più fiducia ed equilibrio, arriva sul parquet con l’animo leggero e sicura dei propri mezzi. Per lei vincere non inciderebbe nel bilancio dell’ultimo mese e mezzo. Invece per Herons perdere significherebbe entrare in un periodo di mini-crisi, mentre vincere aiuterebbe a spezzare l’inerzia dell’ultimo periodo nel quale sono arrivate quattro vittorie e tre sconfitte».

RITMI ALTI CONTRO RITMI BASSI

Grazzini prova ad analizzare più in fondo le chiavi tattiche della gara, trovando un punto di forza comune alle due contendenti: «Interpretano la fase difensiva in maniera diversa, però in entrambi i casi risultano efficaci. Secondo me sono tra le 2/3 migliori difese della lega, perciò la differenza si farà in attacco. La T Gema all’andata propose una zona che riuscì ad imbrigliare Herons, credo che quest’ultimi facciano fatica a trovare l’equilibrio perché costruiti diversamente come roster. Non hanno leader offensivi ben definiti a differenza dei loro rivali e per questo hanno ancora la necessità di trovare l’alchimia giusta per far valere le caratteristiche di tutti i giocatori».

«Entrambe le squadre hanno ancora tanto margine per migliorare – continua il coach ex-Bergamo – penso proprio che arriveranno a giugno molto più evolute di adesso. Credo che tra le due Herons abbia molte armi ancora da sviluppare, per esempio deve lavorare per innescare meglio Chiera perché è un giocatore che ha bisogno della squadra per essere valorizzato, lo stesso vale per Klyuchnyk e infatti lo vedo più coinvolto ultimamente. Dal canto suo La T Gema ha più cinismo rispetto agli avversari, però a volte si perde durante il corso delle partite. Quando trova un qualsiasi aspetto che funziona in maniera particolare non sempre ci insiste o riesce a farlo valere per tutti i 40’. Herons ha sempre prediletto ritmi di gioco molto alti, fatti di difese asfissianti e contropiedi, presumo invece che La T Gema cercherà di abbassare i ritmi, come fece anche all’andata, e di giocare più sulla metà campo, che tradotto significa resistere alle mani addosso e allungare gli attacchi provando il tiro negli ultimi 8 secondi».

Tanta è la stima che coach Gabriele Grazzini ripone nei propri colleghi che lavorano sulle panchine di Fabo e La T Tecnica: «Federico Barsotti lo conosco bene, mi ha allenato, inoltre qui a Montecatini ho avuto la possibilità di lavorare insieme a Massimo Angelucci. Ho avuto qualche contatto nelle settimane scorse con chi fa parte degli staff tecnici e penso che, tra i capo-allenatori ed i vice, entrambe le società abbiano gruppi di lavoro tra i top della categoria». Una stima che Grazzini prova anche per le società, nonostante il fatto stesso di essere divise in due enti separati preceda la loro fama: «Da una parte mi piacerebbe vedere una società unica ma mi rendo conto che è difficile, ci sono filosofie troppo diverse. Penso che, fino a che non si eccede oltre la rivalità e lo sfottò, questa sia una grande occasione per godere di un bello spettacolo, non solo per Montecatini ma anche per Pistoia e soprattutto Lucca, dove quest’esperienza sta testando la volontà del pubblico locale di vedere pallacanestro di un certo livello».

LE MOSSE FUTURE DI COACH GRAZZINI

Della partita abbiamo parlato abbondantemente. Non resta quindi che chiedere una sola domanda: rivedremo presto Gabriele Grazzini sul parquet in veste operativa? «Delle proposte in estate ci sono state. Un 50% di queste non sono andate in porto perché volevo far valorizzare meglio il fatto di aver vinto l’anno scorso da capoallenatore in B Interregionale, l’altro 50% erano opportunità che mi sarebbe piaciuto poter cogliere ma poi non si sono concretizzate per mille motivi. Sto ancora aspettando la giusta proposta. Nel bene, questa situazione mi permette di stare più tempo con la mia famiglia dopo aver viaggiato in giro per il mondo come un flipper. Nel male, mi manca fare ciò che mi piace più di ogni altra cosa. Vediamo come andrà, non mi precludo nulla».

Chissà se quella giusta proposta possa un giorno arrivare proprio dalla città natale, quella in cui il tecnico ha iniziato la sua grande avventura cestistica: «A Montecatini ci sono nato e cresciuto, se mi venisse presentato un progetto serio non dirò di no – afferma Grazzini, che poi rivela un clamoroso retroscena che lo ha visto davvero vicino al ritorno a casa -. Ci fu una ‘chiacchierata’ due anni fa con gli Herons ma alla fine non se ne fece nulla perché andai ad Udine in A2 a fare l’assistente di coach Matteo Boniciolli. Però fui molto colpito perché, da quando me ne sono andato nel 2009, è stata la prima chiamata che ho ricevuto da Montecatini».

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