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Calcio / Prima Categoria

Compagnone crede nell’Atletico: «Ci salveremo, ne sono certo»

In foto Riccardo Compagnone mentre batte il rigore, poi segnato, nel derby col Quarrata. Crediti: Simona Matteoni

Riccardo Compagnone, bomber dell’Atletico Spedalino, non ha dubbi: «Salvezza alla portata. Contro Prato Nord e Albacarraia le sfide chiave»

L’annata 2023/24, complici una serie di infortuni e qualche sfortuna di troppo, è ormai alle spalle, e Compagnone sembra tornato il bomber di sempre, ma stavolta con addosso la maglia dell’Atletico Casini Spedalino. La stagione dei pistoiesi ha avuto molti alti e bassi, ma il suo rendimento è stato sempre costante, soprattutto per quanto riguarda i gol segnati. Adesso, dopo l’ottima vittoria per 4 a 2 col Rifredi, l’obbiettivo è la salvezza, possibilmente senza passare dai playout.

TRA GIOIE E DOLORI

Le ultime due gare dell’Atletico sono stati dei veri e propri scontri diretti, ma la squadra di mister Pacini ha esultato solamente in un caso, mentre nell’altro è stata costretta a leccarsi le ferite. Compagnone, seppur consapevole di quanto sia pesante l’1 a 2 incassato dal Prato Social Club, non fa però drammi: «Abbiamo perso la classica partita “da non perdere”, ma nel calcio capita spesso purtroppo. Eravamo andati in vantaggio, ma le due reti subite intorno al 70′ ci hanno tagliato le gambe. Ci siamo abbassati troppo e l’abbiamo pagato a caro prezzo. Il mister stesso ci ha confidato di aver sbagliato qualche scelta di troppo, ma del resto succede a chiunque. Il pareggio ci avrebbe permesso di difendere il vantaggio nello scontro diretto, peccato. Col Rifredi è invece andata molto meglio. Abbiamo reagito subito al gol dell’1 a 1 e nel giro di poco la partita era praticamente in ghiaccio. Sul 3 a 1 sono anche rimasti in dieci, quindi a quel punto ci è bastato gestire bene gli ultimi minuti».

IL CAMBIO D’ALLENATORE

Tra i motivi degli alti e bassi del 2024/25 dell’Atletico c’è anche il cambio d’allenatore, risalente ormai a qualche mese fa. La gestione del gruppo è passata da Marchiseppe, alla guida nella vittoria del titolo dello scorso anno, a Pacini, attualmente al comando. Riccardo Compagnone però, almeno sotto il profilo realizzativo, sembra averci guadagnato: «Da quando è arrivato il nuovo mister gioco nella posizione che più mi si addice, ovvero largo sulla sinistra. Col vecchio allenatore c’era un ottimo rapporto, anche perché è una bravissima persona, ma con lo schieramento che sceglieva lui non ero a mio agio. A Marchiseppe piaceva giocare con tre difensori dietro e col trequartista davanti, ma secondo me la nostra squadra era più portata ad un 4-3-3, ovvero il nostro attuale modulo. In categorie del genere è difficile mettere su una difesa a tre, dovremmo dedicare molto più tempo alla tattica ed essendo in Prima non è possibile».

«Come abbiamo preso le sue dimissioni? Ci è dispiaciuto, anche perché nessuno voleva che andasse via. La classifica era bene o male come adesso, quindi non c’era neanche chissà quale urgenza, ma lui ci ha detto di non avere più stimoli e ha preferito fare un passo indietro. La squadra ha comunque reagito bene, anche perché la maggior parte dei ragazzi – me incluso – sono arrivati quest’anno e quindi lo conoscevano meno. Quei tre/quattro reduci del gruppo storico l’hanno accusata di più perché ci erano molto legati, ma hanno rispettato la sua scelta».

UNA STAGIONE CHE SA DI RISCATTO

L’annata precedente, tra motivi calcistici ed extra-campo, è stata dura per Riccardo Compagnone, da sempre abituato a segnare valanghe di gol e costretto a fermarsi a poco meno di cinque. Quest’anno, però, la musica è cambiata. L’attaccante è capocannoniere del girone D e sente di essersi ritrovato: «Io sono sempre stato abituato a far parlare il campo. Ho segnato 15 gol in 17 partite di campionato -poiché le restanti sette le ho saltate- e voglio arrivare a quota 20, anche se so che sarà dura. Non ti nascondo però che quest’estate è stata molto dura. Per otto anni consecutivi ero stato il capocannoniere del mio girone, ho vinto svariati campionati e, dopo la prima stagione negativa, tutti sembravano essersi dimenticati di me. Fortunatamente il campo è l’unico vero giudice. Se ti alleni bene e con serietà poi i risultati arrivano sempre. Mi sto levando parecchi sassolini dalle scarpe e sono felice di smentire chi mi dava per finito».

Le tante marcature sono però un unicum in casa Atletico, dove il gol non arriva con grande facilità. Troppo spesso Compagnone è l’unico marcatore nel tabellino dei pistoiesi, creando così un pericoloso rischio di dipendenza dalle sue reti. Secondo il bomber però questa è solo una situazione momentanea: «La squadra si sta ritrovando e gioca bene, il cambio modulo ci ha fatto bene e ora siamo più liberi di esprimerci. Il fatto che si segni poco non dipende da un fattore in particolare, ma da più dinamiche. Il poco apporto dei miei compagni alle reti di squadra è situazionale. Quando la punta segna non è solo merito suo, ma anche di chi gli sta intorno. Ti fo un esempio: senza Brunetti al mio fianco avrei fatto molti gol in meno. Grazie al suo lavoro sporco io posso concludere più spesso verso la porta e questo gli va riconosciuto. Inoltre è veramente un ragazzo d’oro. Mi trovo benissimo anche fuori dal campo con lui e spero sia al mio fianco anche in futuro, a prescindere dalla squadra».

UN FINALE DI STAGIONE TUTT’ALTRO CHE SCONTATO

Mancano ancora sei partite al termine della stagione regolare di Prima Categoria, ma ormai ogni squadra ha chiari gli obbiettivi da inseguire. L’Atletico, ad esempio, annaspa tra zona playout e salvezza diretta e, vista la classifica, probabilmente si giocherà tutto fino all’ultima giornata. Compagnone, interrogato sull’argomento, non ha però alcun dubbio su quello che sarà l’esito finale: «Magari sembrerò presuntuoso, ma io credo che ci salveremo senza dover ricorrere ai playout. Il gruppo è sano, lavora bene ed ha un unico obbiettivo, i risultati arriveranno. Le partite da matita rossa? Prato Nord e Albacarraia senza dubbio. Coi pratesi poi sarà ancora più importante perché sono una diretta concorrente e ce la giocheremo a casa loro. Contro San Godenzo, Folgor Calenzano e Aglianese sarà dura perché sono molto forti, ma magari quando toccherà a noi avranno meno stimoli perché la classifica sarà già indirizzata. Occhio poi all’ultima con la Gallianese: all’inizio lottavano per i playoff, ma adesso rischiano di impantanarsi. Giocarci contro all’ultima giornata può essere un’arma a doppio taglio, ma è troppo presto per pensarci».

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Nato nel 2001, laureato in Scienze della Comunicazione. Da sempre grande appassionato di sport e scrittura. Una domenica senza calcio non merita di essere vissuta.

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