Basket / Serie A
Ex Pistoia, quanto è duro il mondo lontano da via Fermi

Stagione a dir poco complicata per gli eroi dell’Estra Pistoia 2023/24. Tra gli stranieri sorride solo Jordon Varnado
L’Estra Pistoia del 2023/24 è stata probabilmente una delle squadre più sorprendenti della storia recente della Serie A. Un team con tante scommesse e composto perlopiù da veri e propri debuttanti nel massimo campionato italiano, ma presto diventato un collettivo ben amalgamato e con diverse bocche da fuoco. Un gruppo che nella scorsa estate si è poi sciolto, con i soli Della Rosa e Saccaggi a rimanere nel ruolo di bandiere e leader dello spogliatoio. Per carità, non un fatto clamoroso nel basket odierno, anche se c’è chi lo ha visto tra le cause scatenanti di ciò che è successo dopo.
E così quella squadra e i suoi singoli giocatori sono diventati un grandissimo rimpianto per i tifosi biancorossi, passati dall’exploit dei play-off ai fatti odierni che adesso vedono Pistoia ad un passo dalla matematica retrocessione. E chissà se, anche per qualche ex, questo sentimento non sarà reciproco. Chiaro, dopo un’ottima stagione cercare di alzare l’asticella e andare in società più ambiziose, che magari hanno dalla loro anche la vetrina delle coppe europee, non è certo una scelta incomprensibile. Così come un’annata meno brillante può essere messa benissimo in preventivo e non pregiudicherà per forza il futuro di una carriera. Ma tant’è che questo 2024/25, pur non essendo ancora terminato, ha lasciato poche e rare gioie sia a Pistoia che a diversi suoi ex beniamini.
CHARLIE MOORE
Tra i più talentuosi e decisivi del roster biancorosso di allora c’era sicuramente Charlie Moore. Il play nativo di Chicago, che chiuse addirittura da miglior marcatore assoluto della regular season di LBA (con 523 punti totali), ha deciso di proseguire il suo viaggio in Europa andando al Rio Breogan e quindi confrontandosi con uno dei campionati più competitivi del vecchio continente (quello spagnolo, appunto). Nel suo caso non si potrà certo parlare di aspettative tradite, quanto di sfortuna visto che la sua stagione si è chiusa a metà dicembre 2024. Un brutto infortunio al ginocchio lo ha infatti costretto a dover ricorrere ad un intervento chirurgico.
Un triste epilogo anticipato, con Moore che fino a quel momento viaggiava a 14.3 punti e 4.6 assist di media, con tanto di high stagionale nella vittoria dei galiziani sul Barcellona (22 punti e 8 assist). Il Rio Breogan, che fino a quel momento aveva un pessimo record di 3 vittorie e 7 sconfitte, è corso immediatamente ai ripari ingaggiando al suo posto il rookie Dae Dae Grant (appena uscito da Duquesne). Adesso la società di Lugo è veramente ad un passo dal tagliare il traguardo della salvezza. La speranza è che l’ex numero 8 biancorosso possa avere una seconda occasione per misurarsi nuovamente con l’alto livello della Liga Endesa.
PAYTON WILLIS
Non si è fatto male, ma l’avventura in Spagna non è andata comunque meglio a Payton Willis, autentico clutch dell’Estra Pistoia 2023/24 e protagonista di diverse imprese della scorsa stagione. Per il classe 1998 la chiamata di Tenerife sembrava poter essere l’anticamera per un cammino in Europa davvero convincente, ma purtroppo le cose non sono andate così. Anzi, il sogno è svanito dopo pochissimo. Solo cinque gare con la canotta del club delle Canarie, con un minutaggio sempre più ridotto fino all’inevitabile separazione. Una rinuncia forse troppo rapida da parte della Lenovo, che comunque sta ottenendo importanti risultati essendo al secondo posto in Liga Endesa (dietro solo al Real) e avendo da poco staccato il pass per le Final Four della Basketball Champions League (dopo aver eliminato Tortona ai quarti).
I risultati danno dunque ragione a Tenerife, ma anche alla scelta di Willis di tornare in Italia. La Vanoli Cremona, ingaggiandolo, si è assicurata quel giocatore che probabilmente le serviva per avere più pericolosità offensiva e quindi rincorrere l’obiettivo (ormai vicinissimo) della salvezza. I 15.5 punti di media segnati in Lombardia (poco sotto i 16 messi insieme a Pistoia) sono lo specchio di un giocatore che nel campionato italiano sa fare la differenza. Vedere per credere: 28 punti, 6 rimbalzi e 4 assist nello scontro salvezza con Varese. Di fatto, la gara che potrebbe essere il crocevia per Cremona e per la sua permanenza in Serie A. Un buon modo per chiudere la stagione, insomma, anche se il progetto iniziale, a livello di prosieguo di carriera dopo la parentesi Estra, era molto più ambizioso.
JORDON VARNADO
Dopo due stagioni al centro della “chiesa pistoiese”, la curiosità era tutta su cosa sarebbe riuscito a fare Jordon Varnado. I dubbi erano legati alle sue condizioni fisiche, dopo gli infortuni e le ricadute della scorsa stagione che lo avevano frenato molto nell’anno in cui il suo talento si sarebbe potuto confrontare col livello della Serie A. A Pistoia, in realtà, pochi lo metterebbero in discussione. Come si potrebbe, d’altronde, quando il salto di categoria ti fa passare da 17 in A2 a 14 di media in LBA (un gap davvero minimo)? E dubbi non ne ha avuti neanche il Promitheas Patrasso, che poco dopo la metà di settembre ha deciso di firmarlo.
Con l’arrivo poche settimane dopo del play Jordan Walker, gli arancioni del Peloponneso hanno saputo raggiungere importanti risultati, chiudendo al quarto posto la regular season nel massimo campionato ellenico e vincendo anche il primo turno playoff contro il Karditsas e regalandosi così la semifinale contro i mostri sacri del Panathinaikos. Proprio contro i campioni in carica dell’Eurolega Varnado ha sfoderato una delle sue migliori prestazioni stagionali: 22 punti e 8 rimbalzi. Ottima vetrina anche in Champions League, col Promitheas che si è fermato ad un passo dai quarti di finale. E le prestazioni dell’ex MVP della finale promozione non hanno fatto altro che migliorare.
RYAN HAWKINS
Fisico duro, grande dedizione in fase difensiva e un tiro dalla lunga che può rivelarsi mortifero e svoltare anche le gare più complesse: chiedere a Napoli e alla Virtus Bologna, ad esempio, su cosa è stato a Pistoia Ryan Hawkins. Un elemento forse meno in vista rispetto agli altri stranieri, ma comunque necessario per diversi aspetti tecnici e non solo. Una individualità, insomma, che non spiccava ma che allo stesso tempo dava un grande equilibrio ad una squadra che aveva già i suoi principali terminali offensivi. Non è dato sapere quali valutazioni sono state fatte dallo Stade Rochelais nel decidere di portarlo a misurarsi nel massimo campionato francese.
L’ex prodotto di Creighton ha dovuto presto fare i conti con una realtà ben agli antipodi rispetto all’esperienza passata in quel di via Fermi. In terra transalpina le sconfitte si sono succedute con continuità disarmante e oggi la compagine di La Rochelle si ritrova nella sconfortante situazione di sole 3 vittorie in 25 partite di campionato disputate e quindi ad un passo dalla retrocessione. Destini quindi molto comuni per Hawkins e la sua ex squadra, con l’ala di Atlantic che ha saputo comunque offrire qualche bella prestazione, come la più recente da 17 punti (con 3/4 da dietro l’arco) contro il Limoges. Comunque una stagione da resettare.
DEREK OGBEIDE
In una Serie A dove erano destinati a giganteggiare Miro Bilan e Mfiondu Kabengele (un po’ com’è oggi), all’improvviso si stagliò la figura di un centrone nato a Lagos che andò molto vicino a far loro una spietatissima concorrenza. Derek Ogbeide è stato forse la più grande sorpresa dell’Estra Pistoia della scorsa stagione, chiudendo da debuttante nel massimo campionato con ben 11.6 punti e 8.6 rimbalzi di media. Una vera e propria dimostrazione di forza per un giocatore che, proprio nella fase calda della regular season, ha raggiunto il top della forma e della confidence, di fatto trascinando i biancorossi ai play-off.
Il seguito, dopo cotante prestazioni, non è stato però all’altezza delle aspettative. L’ulteriore salto verso un più alto livello di basket europeo non lo ha visto eccellere e ripetere il proprio exploit. Prima il Cedevita e poi l’Hapoel Gerusalemme non hanno avuto la pazienza di aspettarlo, con Ogbeide che il 6 marzo ha di fatto giocato quella che ad oggi è la sua ultima partita in stagione. Con il club israeliano pronto a liberarlo appena troverà una nuova sistemazione, è indiscrezione delle ultime ore un possibile interessamento di Trapani per riportarlo in Italia. Un ritorno che, viste le ambizioni della società siciliana, potrebbe rappresentare una grande opportunità per l’ex pivot dell’Estra e magari una dolce conclusione dopo un’annata davvero complicata.
CARL WHEATLE
Per cinque anni è stato il ministro della difesa, mostrando una crescita continua e costante e raggiungendo importanti e storici traguardi in biancorosso. Carl Wheatle era sicuramente pronto al grande salto in una big italiana e la chiamata della Reyer Venezia è arrivata presto. Un’avventura in Laguna che sembrava obiettivamente una scelta più che giusta, sia per la qualità della squadra sia per le caratteristiche del britannico che si sposavano bene con quelle del resto del roster. Ad ogni modo, questa nuova stagione avrebbe rappresentato un nuovo inizio e un importante banco di prova.
Com’è andata? Si può dire che, al primo anno in un top team di Serie A, “King Carl” abbia tutto sommato rispettato le attese. I 22.8 minuti di media concessigli sul parquet da coach Neven Spahija sono il miglior indicatore per comprendere quanta fiducia ci sia stata nei suoi confronti. La Reyer ha senza dubbio faticato molto nella prima parte di campionato, ma oggi, dopo una bella rimonta in classifica, è ad un passo dallo staccare il pass per la post-season. E un po’ di merito va dato anche a Wheatle e al suo farsi trovare sempre a disposizione, in qualsiasi ruolo.
ANGELO DEL CHIARO
Dopo aver provato l’ebrezza della Serie A con i colori che lo hanno cresciuto, era ovvio che per Angelo Del Chiaro fosse importante proseguire la sua crescita in una categoria ad oggi più congeniale. E l’occasione è arrivata quest’estate con Forlì, squadra che da anni ambisce alla promozione e dove ha ritrovato pure il suo ex compagno sotto i tabelloni Daniele Magro. Stavolta, però, gli equilibri dovevano per forza essere diversi, con “Angelone” deputato ad essere il pivot di riferimento del roster di coach Antimo Martino.
Pur giunto in una delle squadre oggettivamente più forti di un’A2 molto competitiva (ben lontana da quella che aveva lasciato), il nativo di Pietrasanta non è riuscito ad imporsi come sperava. La crescita tanto auspicata al momento del suo ritorno in A2 non si è effettivamente vista, con medie a punti e rimbalzi non all’altezza della sua ultima esperienza di categoria a Pistoia. La speranza della Unieuro è che il meglio di Del Chiaro arrivi in vista dei play-off: intanto un primo segnale è stato lanciato nell’ultimo turno, con gli 11 punti e 8 rimbalzi messi insieme nella sfida casalinga con la Fortitudo Bologna.
NICOLA BRIENZA
Giusto chiudere con un’importante bonus track, ossia con colui che dalla panchina ha guidato Pistoia alla riconquista della Serie A e al miracoloso traguardo dei play-off. Abbiamo già più volte parlato dell’addio di coach Nicola Brienza, delle versioni di quest’ultimo e di Ron Rowan. Così tanto che, pur alla luce della corrente stagione, risulta tedioso proseguire e, ancor peggio, ripetersi. Col divorzio consumatosi e con nessuna alternativa di prestigio da cogliere, al miglior allenatore della scorsa annata non è restato altro che accettare di tornare nella sua Cantù per riportare lo storico club brianzolo nella massima categoria. E la società gli ha messo in mano una squadra costretta a dominare.
McGee, Basile, Valentini, De Nicolao, Moraschini tra i nomi più altisonanti di un roster a cinque stelle. A cui poi si sono aggiunti a stagione in corso Dustin Hogue, Leonardo Okeke e Myles Mack (come straniero di riserva). Il messaggio, ad inizio annata e nel corso dei mesi successivi, è stato fin troppo chiaro. E da prima favorita alla promozione, Cantù ha invece iniziato presto a perdersi, sia per problemi di infortuni che per prestazioni non all’altezza di un team così esperto e pieno di talento.
Certo, nel mezzo c’è stata anche la vittoria della Coppa Italia, evento che poteva essere lo spartiacque della stagione ma che poi, alla luce delle nuove sconfitte, non lo è stato. Con Udine che si è presa definitivamente la vetta e la promozione diretta, adesso per coach Brienza e i suoi giocatori l’appuntamento dei play-off è assolutamente da non sbagliare. Un altro treno perso e anche il credito accumulato potrebbe esaurirsi. Non certo a Pistoia, chiaro, ma nella natìa Brianza non ci sono più sicurezze.
