Calcio / Serie D
Fabio Ciatti: «La Serie D è dura. Per vincere servono identità, umiltà e giocatori di categoria»

L’ex diesse dell’Aglianese sul campionato di Serie D: «Pistoiese e Ravenna le più attrezzate, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo»
Tra i dirigenti più esperti e vincenti dell’ultimo decennio, almeno a livello di calcio dilettantistico, c’è senza dubbio Fabio Ciatti. Nel suo palmarès spiccano tre promozioni consecutive dalla Prima Categoria alla Serie D, una Coppa Toscana e due Supercoppe di categoria, tutte conquistate tra il 2015 e il 2018 da direttore sportivo dell’Aglianese. A questo si aggiunge anche una promozione in Serie C soltanto sfiorata nel 2021, a causa della mancata omologazione dello stadio “Bellucci”, che impedì ai neroverdi di compiere il salto tra i professionisti, formalmente raggiunto dopo i playoff e con lo status di miglior squadra nella classifica di ripescaggi. Terminata l’esperienza ad Agliana nel 2022, Ciatti ha vissuto due stagioni di pausa, durante le quali – come lui stesso racconta – non ha mai trovato le condizioni giuste per intraprendere un nuovo percorso.
Ora, però, è pronto a rimettersi in gioco. E chissà che il suo profilo, indiscutibilmente interessante e forte di una profonda conoscenza della Serie D, non possa essere appetibile anche per la Pistoiese, considerando che ha già ricevuto di alcune richieste da club della categoria. Ricordando anche che, in neroverde, Ciatti ha ricoperto sia il ruolo di direttore sportivo che di direttore generale. Abbiamo raccolto il suo punto di vista generale sul campionato in corso, in particolare quello della compagine arancione: «Parliamo di una squadra costruita con un budget importante che, però, fin dall’inizio della stagione non è mai stata realmente in corsa per vincere il campionato. La Pistoiese merita di lottare per il vertice. Ma la Serie D è una categoria molto difficile: ne vince una sola. Quest’anno le più attrezzate erano sicuramente Pistoiese, Ravenna e Piacenza, ma bisogna sempre mettere in conto una o due sorprese, com’è successo puntualmente anche questa volta».
Guardando agli altri gironi, la situazione è ben diversa: «Nel girone E, ad esempio, è sicuramente più difficile salvarsi. Ma quando hai una squadra come il Livorno e un allenatore come Indiani, diventa più facile puntare alla vittoria. Il prossimo anno sarà ancora più competitivo, sia nel girone E che nel D: ci saranno squadre come Grosseto, Siena, forse la Spal, oltre allo stesso Piacenza che quest’anno non è riuscita a rispettare le aspettative iniziali. Sarà una guerra».
«Cosa serve per vincere un campionato di Serie D? Serve un allenatore che conosca bene la categoria, senza dubbio. Poi ci vogliono giocatori esperti di Serie D – ha aggiunto -, un’ossatura di calciatori toscani, che abbiano senso di appartenenza e sappiano cosa significa indossare la maglia della Pistoiese. A questi devi aggiungere elementi importanti, anche provenienti da categorie superiori, ma che siano umili e disposti a calarsi nella mentalità della Serie D per vincere in una piazza come Pistoia. Serve un gruppo solido, legato al mister, capace di fare spogliatoio. Questo è poco ma sicuro».
