Basket / Serie B Nazionale
La Coppa Italia de La T Gema è il trionfo del coraggio

Solo chi osa può realizzare i propri desideri, la coccarda tricolore premia un lavoro di squadra perfetto. E ora non ci sono più limiti all’immaginazione…
16 marzo 2025. Nel glorioso libro della storia del basket della nostra provincia, per non dire della Toscana intera, una nuova pagina è stata riempita in questo giorno e non la si potrà mai cancellare. Un racconto colorato di rossoblu, come il popolo montecatinese, e anche di verde, il colore dell’ormai iconica maglia campione. Non a caso il verde è anche il colore della speranza e del coraggio: le grandi imprese sportive non possono nascere senza. In semifinale solo la speranza ha permesso ai nostri protagonisti di non abbattersi di fronte alle triple della valorosa Legnano e di rimontare nel finale. In finale solo col coraggio era possibile resistere agli assalti di una Roseto in versione toro scatenato e poi abbatterla senza pietà. Solo chi osa può realizzare i propri desideri e La T Tecnica Gema Montecatini lo ha fatto, questa Coppa Italia è la vittoria di chi non si arrende mai.
LE SCELTE GIUSTE
Sono tante le cose, le scelte, i canestri fatti e non fatti che hanno portato fino a qui, fino a questo titolo ribattezzato dai tifosi stessi come quello dei campioni d’Italia. Viene in mente in prima battuta un’altra data fondamentale, senza cui mai e poi mai sarebbero esistite le emozioni dell’ultimo weekend e di tutto il resto della stagione. Era il 12 giugno 2024, circa nove mesi fa. Fu allora che divenne ufficiale il matrimonio tra il sodalizio del presidente Alessandro Lulli ed il “title sponsor” La T Tecnica di Paolo Moricci, da lì tutto cambiò in meglio per la Pallacanestro Montecatini. L’idea da subito è stata vivere un anno zero improntato verso la crescita, che però non può esistere senza ambizione e capacità. La prima c’era già (anzi: c’è sempre stata), per la seconda serviva inserire gli uomini giusti al posto giusto ed è qui che risiedono tanti dei segreti che hanno plasmato La T Gema oggi campione. Su quest’ultimo aspetto la determinazione di Lulli e la sapienza di Moricci (che chiude il suo personale triplete da sponsor, dopo i titoli con Pistoia nel 2023 e con gli Herons nel 2024) hanno fatto la differenza.
Il primo tassello nel puzzle vincente non poteva che essere il direttore Guido Meini, l’architetto costruttore del roster nonché l’uomo che ha sempre garantito con una parola o un incitamento l’unità d’intenti di tutto il gruppo. Quando si parla di “gruppo” non s’intende soltanto i giocatori e lo staff tecnico e medico ma chiunque ha contribuito dal primo minuto del primo allenamento per il bene del lavoro quotidiano, includendo pure gli addetti alla logistica ed alla biglietteria. Se poi si deve andare nello specifico, l’altro tassello fondamentale non può che essere la triade in panchina. Marco Del Re, Massimo Angelucci e Lorenzo Guelfi hanno convissuto sin dalle prime battute di questa stagione con la pressione di dover sempre ottenere il massimo; d’altronde se questo doveva essere il grande anno de La T Gema ed adesso (anche a regular season in corso) ora sì che lo si può tranquillamente affermare. I tre hanno vissuto momenti di gioia e di rivalsa, dall’inedito doppio successo nel derby all’affermazione contro la Pielle Livorno (partita un filino sentita da coach Del Re) fino alla serata di Sant’Antimo, quella che è valsa il pass per le Final Four di Bologna. Pareva quello il punto più alto, pareva appunto…
DUE GIORNI DA CAMPIONI
Le due sconfitte in trasferta che avevano preceduto il viaggio verso il PalaDozza avevano messo tanti dubbi in vista della stessa, in generale tutto il girone di ritorno non è stato allo stesso livello di un’andata quasi perfetta. Premesse meno incoraggianti del previsto, ad esse si pure aggiunto un parco avversari di valore devastante. Di fronte a tre corazzate una più forte dell’altra, portarsi a casa (o meglio: riportarsi, visto che i padroni in carica della Coppa erano i cugini Herons) pareva un sogno di difficile realizzazione; invece eccoci qui. Prima la Legnano di Raivio, poi la Roseto di Aukstikalnis; sono uscite tutte con le mani vuote e non si può certo dire che non ci abbiano provato. Davanti agli occhi di tutta Italia le mani al cielo le hanno alzate i tifosi rossoblu.
A spuntarla e con merito è stata una La T Gema che non si è mai scomposta, nemmeno quando ha capito che si sarebbe dovuta privare del suo top player Chiarini per il weekend e non solo. Le battaglie sotto canestro (vinte praticamente sempre) di Bedin, la presenza a tutto campo di Passoni e di D’Alessandro, la regia di Burini, il cuore del capitano Savoldelli, gli ingressi in campo esplosivi di Stanic (che ha potuto aggiungere al suo mega-palmares l’unico trofeo che gli mancava), il sacrificio agonistico (e, purtroppo, anche fisico) di Acunzo, l’uomo-squadra Di Pizzo, la favola cercata e voluta dei giovani Albelli e Cellerini (con tanto di taglio di capelli esotico per festeggiare) ed infine colui che è stato eletto come miglior giocatore della competizione, un immenso Toscano.
Una formazione con solo pezzi pregiati, senza i quali il puzzle non avrebbe mai potuto completarsi. Una macchina non perfetta ma che proprio per questo fa innamorare ed emozionare, perché sa andare ben oltre i propri limiti. È proprio per questo che ora, con una coccarda tricolore in più e con l’euforia di una lunga festa (prima a Bologna, poi a Montecatini), si può mirare verso il bersaglio più alto, quello che il presidente Lulli non ha mai nascosto essere l’obiettivo finale verso il quale improntare tutto il progetto fino al suo compimento. Solo chi osa può realizzare i propri desideri: continua così La T Gema e potrai vivere una notte ancora più grande di questa.
