Calcio / Seconda Categoria
Pescia-Chiesina, derby già infuocato. Tardiola: «Scandaloso limitare gli ingressi»

Nel Girone B di Seconda i playoff iniziano con una sfida molto sentita: «Questo è puro dilettantismo, comunque vada il calcio perderà»
Dopo una stagione regolare condotta quasi sempre nelle zone alte del Girone B di Seconda Categoria, non poteva esserci esito più giusto dei playoff per queste due squadre. Seppur, ad inizio anno, le formazioni fossero in situazioni differenti, con il Pescia retrocesso dalla Prima e il Chiesina promosso dalla Terza, era chiaro come l’obiettivo playoff fosse alla portata di entrambe. E ciò lo si è visto con 30 partite di spessore durante tutta la stagione. E’ ovvio come il Pescia, sulla carta, fosse leggermente più attrezzato, tanto è vero che per lunga parte della stagione si è lottato la prima posizione con il Piazza. Per il Chiesina Uzzanese invece è servito quel periodo di inevitabile assestamento per riuscire a prendere il ritmo e stabilirsi per tutta la seconda parte di stagione in zona playoff.
Domenica 27 Aprile allo stadio “Dei Fiori” di Pescia andrà in scena la semifinale playoff tra Pescia e Chiesina Uzzanese. Grazie alla miglior posizione in classifica, visto il terzo posto, i biancorossi possono contare sulla possibilità di disputare la partita tra le mura amiche e con due risultati su tre a disposizione nei 120 minuti. La vincente sfiderà il Ghivizzano che, grazie al secondo posto e alla forbice sul Borgo a Buggiano, si è già assicurato la finale. Ad accendere gli animi, in una doppia intervista, i due direttori sportivi, Giacomo Tardiola (Chiesina) e Umberto degli Innocenti (Pescia) hanno voluto sottolineare diversi aspetti cruciali.
«IL SISTEMA SBAGLIATO VINCE ANCORA»
Giacomo Tardiola ha voluto rimarcato la sua delusione e il disappunto sulla questione stadio. Infatti, con una disposizione comunale, è stata limitata la capienza dello stadio dei Fiori a soli 100 posti. «Siamo delusi. Sono stati spesi, da quanto ne so, più di un milione d’euro per ricostruire lo stadio, portando la capienza a quasi 800 spettatori. E poi arrivano i playoff e la capienza viene limitata a sole 100 persone. La società pesciatina sa che noi abbiamo un seguito caloroso e numeroso e sembra, anche non volendo pensar male, che la restrizione sia stata fatta volutamente. Io, insieme al presidente, abbiamo provato a chiedere di spostare la partita su un campo neutro per permettere il libero ingresso, offrendoci anche di pagare il campo. Non abbiamo mai ricevuto una risposta dal Pescia».
Anche sotto il punto di vista economico Tardiola ha voluto rimarcare un aspetto importante: «Con il biglietto a 10 euro a persona, ed un minimo di 500 spettatori assicurati, facendo due calcoli sarebbero stati 5000 euro da dividersi tra le società. Per le nostre realtà 2500 euro di incassi dal bagarino sarebbero stati un’enormità. Dovrò imporre ai miei amici e alla mia ragazza di non poter venire perché ci sono già i miei genitori che vengono a vedermi e non posso portare più di 2 persone. Non so chi perderà sul campo, ma sicuramente perderà il calcio». Il dispiacere nelle parole del direttore sportivo degli amaranto è chiaro ed evidente, con il pensiero non solo alla sua tifoseria, ma all’intera comunità: «Si va a limitare uno spettacolo, un evento che nelle nostre zone avviene poche volte. Mi può anche star bene che i nostri ultras non possano portare petardi, fumogeni, striscioni, anche se non è questo lo spirito del calcio, ma negare l’ingresso a tifosi, parenti o semplici abitanti del paese, è scandaloso. Sento tanti addetti ai lavori lamentarsi che le basse categorie non sono seguite perché è considerato calcio minore, poi arriva un’occasione del genere, con una possibile cornice di pubblico da 600-700 persone e ci si riduce a “strategie” per limitare gli ingressi? Io non ci sto, questo è dilettantismo puro. Il sistema sbagliato vince ancora».
