Calcio / Prima Categoria
Tempio Chiazzano, Nencini: «Stagione negativa, ma non da buttare»
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«Miglioramenti evidenti da parte di quasi tutto il gruppo squadra. Futuro al Tempio? Vediamo. L’importante è stare dove si respira calcio»
Alessandro Nencini, mister dell’Unione Tempio Chiazzano, è intervenuto ai nostri microfoni per fare il punto della situazione in casa rossoblù. Dalle novità sulla costruzione delle tribune fino al futuro prossimo, passando ovviamente per la situazione attuale della squadra, certo non tra le più rosee.
UN BARLUME DI SPERANZA
La classifica parla di ultimo posto e otto punti di distacco dai Diavoli Neri quindicesimi, ma domenica 23 febbraio è arrivata la seconda vittoria del campionato. Sebbene sia stato rosicchiato qualche punto, la strada è ancora molto lunga: «Ritrovare la vittoria è stato fondamentale, soprattutto dopo i punti persi con l’Atletico Lucca. Senza un paio di sviste arbitrali avremmo sicuramente fatto risultato, ma fa parte del gioco. Con la Folgor Marlia invece è stata una gara impeccabile, sotto tutti i punti di vista. Ci è mancato solo un po’ di cinismo sotto porta. Avessimo concluso il primo tempo 4-0 anziché 1-0 non avremmo rubato niente a nessuno, ma questo è un problema che ci portiamo dietro praticamente da tutto il campionato. Nella ripresa abbiamo gestito il risultato senza soffrire, facendo una gara difensiva attenta contro una squadra sì in crisi, ma pur sempre in piena lotta playoff. La salvezza è difficilissima, lo so io come lo sanno tutti, ma finché la matematica non ci condanna abbiamo il dovere di provarci. Le partite che ci hanno tagliato le gambe? Paradossalmente ad inizio campionato. Col Porcari e coi Diavoli Neri abbiamo gettato al vento cinque punti praticamente già fatti. Ricalcolando la classifica con questa aggiunta sarebbe tutta un’altra storia, ma purtroppo non funziona così. Se col Pieve Fosciana vinciamo e le altre perdono terreno tutto può succedere, altrimenti è dura. L’ho detto ai ragazzi e lo ripeto qui: se dovessimo retrocedere lo faremo con dignità, fino alla fine»
UNA STRUTTURA DI LIVELLO
Il rendimento sportivo non eccellente è però inversamente proporzionale al livello delle strutture disponibili, anche se c’è ancora qualche miglioria da fare: «Il campo di Chiazzano è senza dubbio il fiore all’occhiello di questa società. Ricostruire tutto è stato un investimento significativo, ma è un qualcosa che prenderà valore negli anni. Mancano ancora le tribune, è vero, ma a quanto so dovrebbero esserci novità verso maggio. Ci sono stati alcuni problemi burocratici, ma non entro nel merito perché non mi compete. Come giudico il campo in sintetico? Di alto livello per la categoria in cui giochiamo, ma come tutte le cose ha pro e contro. Durante allenamenti e partite casalinghe il pallone corre veloce, e questo ci permette di prendere man mano più confidenza col possesso palla, ma non sempre è così. Tanti stadi hanno l’erba naturale e soprattutto nei periodi invernali è dura giocarci. Avendo inoltre una squadra giovane e poco esperta è chiaro che trasferte del genere sono più difficili rispetto al solito, ma come dico sempre ai ragazzi un giocatore deve sapersi adattare alla situazione ambientale che trova. Non è però un caso la netta differenza tra il nostro rendimento esterno e quello interno. In casa, ad eccezione del match col CQS, abbiamo sempre giocato bene, sia dal punto di vista tattico che tecnico, a prescindere dall’avversario. Le nostre uniche due vittorie stagionali sono infatti arrivate a Chiazzano contro squadre come Corsagna e Folgor Marlia, non certo le ultime della classe»
QUALCHE ERRORE DI TROPPO
Lo stadio di Chiazzano però, com’è logico, ha avuto un costo non indifferente e sebbene sia un investimento futuro ha ovvie ripercussioni sul presente, come ammette lo stesso Nencini: «Lo stadio è costato tanto al club e se a questa spesa sommi anche le ultime stagioni -partite con grandi aspettative spesso disattese- è chiaro che prima o poi arrivino le conseguenze. Il budget per quest’anno era molto ridotto, e questo ha fatto sì che la dirigenza ripiegasse su una rosa tanto giovane quanto però inesperta per la categoria. La squadra è stata inoltre costruita con qualche settimana di ritardo rispetto alle concorrenti e questo ha inciso sul rendimento iniziale. Se cambi venti giocatori ci vuole tempo per far sì che i nuovi si conoscano ed entrino nei meccanismi del nuovo allenatore, ma noi di tempo ne abbiamo avuto molto poco. La nostra fortuna è che questi ragazzi hanno sempre dato il massimo in allenamento ed in partita, dimostrandosi paradossalmente tanto maturi quanto acerbi. Il futuro del Tempio sono loro, a prescindere dalla categoria in cui giocheranno il prossimo anno. Se a questo nucleo aggiungi degli acquisti mirati la squadra può sicuramente togliersi soddisfazioni»
E IL FUTURO?
La domanda a questo punto sorge spontanea: “Nencini allenerà il Tempio anche in caso di retrocessione o le strade si separeranno?“. Il mister, senza troppi giri di parole e con grande franchezza, dice la sua senza però sbilanciarsi troppo: «Tra Prima e Seconda Categoria per me c’è poca differenza. Una mia permanenza a Chiazzano non dipende certo dalla retrocessione, anche perché sennò le nostre strade si sarebbero già separate da settimane. Ho deciso di rimanere perché non me la sentivo di abbandonare questi ragazzi. Loro mi hanno sempre dimostrato attaccamento e io ho ricambiato insegnandogli ciò che so nel miglior modo possibile, poi si può vincere come si può perdere. Se a fine anno il Tempio vorrà tenermi io sarò disposto ad ascoltare la proposta, a patto però che il progetto sia valido. Per me l’importante è stare in un ambiente in cui si respira calcio»
UN’ANNATA DIFFICILE
La stagione però, pur non essendo ancora finita, è stata lunga e faticosa, soprattutto alla luce dei risultati ottenuti. Mister Nencini è tuttavia sicuro di aver lavorato al meglio delle sue possibilità e ci tiene anche a togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «Non ti nego però che quest’anno, per tutta una serie di dinamiche, sia stato molto provante. Ho sentito tanta gente parlare, ma in pochi sanno il lavoro che c’è dietro. Se ti mettono al volante di una macchina da rally non puoi vincere la Formula Uno. Anche a me piacerebbe allenare squadre con giocatori fatti e finiti, non sono mica autolesionista. Ho scelto di venire qui al Tempio Chiazzano perché aiutare giovani promesse a diventare calciatori, qualunque sia il livello, è una soddisfazione che vale più di un trofeo. I nostri ragazzi che vanno dal 2002 al 2005 quest’anno sono migliorati in modo esponenziale, e ve ne accorgerete il prossimo anno. Se col senno di poi riaccetterei l’incarico? Se cambiassero alcune cose sì. Con presidente e direttore sportivo ho un bel rapporto, con la squadra pure. Iniziare un lavoro e portarlo avanti vedendo i progressi, come ho fatto alla Virtus Montale, è gratificante. Lasciare le cose a metà e far sì che ne beneficino altri non mi piace, ma non sempre dipende da me»
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