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Friday, 10 November 2017 15:57

Il calcio a Montale si chiama Antares che vorrebbe il salto in alto

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Secondo posto nel girone di Prato di 3° Categoria, la squadra di Massimiliano Brio è anche in semifinale di Coppa Provinciale

Il calcio a Montale è quasi scomparso. Sono lontani i tempi nei quali la squadra cittadina navigava tra Eccellenza e Promozione, con un nugolo di altre compagini tra Seconda e Terza categoria. Si chiamavano Croce d'Oro, Fognano e Tobbiana, tanto per citarne alcune. L'onore, da ormai due anni, lo ha salvato l'Antares, unica sopravvissuta del gruppone locale.

A guidarla c'è un cognome altisonante come quello di Brio: il mister, infatti, è il figlio del famoso stopper juventino e attualmente commentatore radiotelevisivo. Massimiliano, si chiama così, ha un trascorso di buon livello nel dilettantistico e posate le scarpe al chiodo ha tentato la carriera sulla panchina. Quella di casa, ovviamente. Già, perché l'Antares è nata da un gruppo di amici qualche anno fa e lui c'era, portando subito i colori rosso-blu in Seconda per poi retrocedere qualche anno dopo.

Adesso tenta la risalita dopo un buon inizio di stagione nella Terza categoria sponda pratese, scelta ripetuta anche in questa stagione dopo il passato campionato. E proprio il coach ci dice qualcosa di più: «Abbiamo cominciato bene, ma il campionato è livellato e per i primi cinque posti sarà una bella lotta. Bisogna ancora affrontare il Carraia, primo della classifica con un punto in più di noi, mentre il Montepiano che ci ha battuto è terzo. Sono curioso di confrontarmi con le altre pretendenti al titolo».

La graduatoria vede i montalesi sul gradino mediano del podio, in virtù di tre vittorie consecutive arrivate dopo l'unica sconfitta stagionale e un pareggio. C'è poi la Coppa da giocare a fine gennaio con il Pescia: «Anche quello è un obiettivo - continua Brio - Siamo in semifinale e dovremmo vedercela con un avversario difficile. Ma noi vogliamo vivere con i piedi per terra, senza assilli anche se ci teniamo a fare le cose nel miglior modo possibile».

L'identità è chiara ed essere l'unica società FIGC del Comune è una bella responsabilità e un po' aiuta. Ancora Brio: «Siamo quasi tutti del posto e la rosa è ampia. Posso contare su circa trenta giocatori: un vero lusso ma è sintomo di un gruppo unito che si diverte a stare insieme. E questa è la cosa più importante». Montale potrebbe ritrovare una squadra in un campionato regionale dopo un paio di anni bui. D'altronde è risaputo: per ottenere grandi cose serve lavorare bene fin dal basso.

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