Le novità, si sa, nascondono sempre tante insidie: a volte può capitare che questi ostacoli non creino particolari problemi tanto da venire superati quasi con semplicità, ma nella maggior parte dei casi si finisce per inciampare e sbucciarsi le ginocchia.
E questo sembra aver subito imparato la società del Candeglia, impegnata quest'anno in una stagione da neofita assoluta nel Girone A di Promozione resasi difficile già in partenza: la squadra, affidata in estate a mister Tempestini (dopo la rinuncia di Montuori, già tecnico dei giallorossi nella passata stagione), è stata così assemblata secondo le richieste del nuovo allenatore, salvo poi trovarsi senza guida tecnica all'indomani dell'abbandono di Tempestini per motivi personali. Completato l'ultimo passaggio di testimone, il nuovo mister Emiliano Tarabusi si è trovato a dover gestire un gruppo plasmato da altri, profondamente lontano dalle caratteristiche che invece avrebbe avuto una sua creatura, con l'incombenza di dover portare il testimone in salvo ad ogni costo, centrando l'obiettivo fondamentale della società, vale a dire il mantenimento della categoria.
Prese le prime sberle, incassate le prime sconfitte, il Candeglia si è subito rialzato con grande entusiasmo, riprendendo il cammino con sempre maggiore determinazione arrivando poi ad alcuni risultati di grande spessore quali sono stati i pareggi interni con Real Cerretese (1-1) e Quarrata (2-2), per non parlare poi della splendida vittoria esterna ai danni del Maliseti Tobbianese (1-2) dell'ultimo turno grazie alla quale il bottino complessivo dei giallorossi è salito a quota 10 punti: un magro gruzzoletto che non tiene conto del grande cuore e del grande carattere di questa squadra, sempre combattiva e mai davvero sottomessa nemmeno quando gli avversari erano di un altro pianeta (si vedano le sconfitte con Lampo, Camaiore e Vorno, ndr).
Un radicale mutamento di pelle dovuto in prima istanza al grande lavoro svolto da Tarabusi ed il suo staff, ma non solo, perché attorno a lui (e più in generale nell'ambiente Candeglia) si è formato un cordone di fiducia che ha permesso a tutte le parti in causa di lavorare in armonia, l'una accanto all'altra, senza creare inutili attriti.
In questo senso, il grande rapporto che si è venuto a creare tra Tarabusi e il ds Federico Biondi non deve apparire come una cosa banale, perché nel calcio come nella vita non è facile creare una così produttiva forma di cooperazione: lavorando assieme, Tarabusi e Biondi sono stati in grado di riassestare in poco tempo la squadra, adoperando alcuni innesti mirati grazie ai quali la rosa è andata visibilmente migliorando. Archiviato il rapporto con Ciulli e con Acciaioli, sono stati presi il giovane centrocampista Gianluca Borri e l'esperto stopper Gianni Di Simone: nel giro di un paio di turni la squadra si è trasformata, divenendo soltanto una lontana cugina di quella vista contro il Luco, quando la squadra quasi neppure scese in campo.
Adesso, terminato l'anno solare 2017, la squadra si accinge a compiere il giro di boa: il 7 gennaio sarà impegnata sul campo di Pistoia Ovest contro il tosto Folgor Marlia per l'ultima giornata del girone di andata. Chissà che questo 2018 non porti al Candeglia i risultati che servono per uscire dalla zona rossa della classifica così da regalarsi un finale di stagione più tranquillo: le ultime uscite della squadra hanno lasciato delle ottime impressioni; i segnali sono incoraggianti. Non è poi da escludersi che dal mercato degli svincolati arrivino un altro paio di colpi di esperienza, uno per la difesa e uno per l'attacco: nel reparto arretrato il nome caldo è sempre Diego Pieroni, mentre per l'attacco si stanno valutando alcuni profili di spessore.
QUI CANDEGLIA: LA PAROLA ALLA SOCIETA'
"C'è voluto del tempo per rattoppare le difficoltà ma alla fine ne stiamo uscendo bene – ci ha detto il presidente Osvaldo Spagnesi – all'inizio con le rinunce di Montuori e Tempestini non è stato facile: Tarabusi si è dimostrato un ottimo tecnico e piano piano ha trasformato la squadra mantenendo sempre l'ambiente sereno e tranquillo. Sapevo che non sarebbe stata una stagione facile, ma non nascondo che tre o quattro punti in più me li aspettassi: il nostro vero problema è in casa, ma anche in questo stiamo migliorando. Il nostro obiettivo è la salvezza: che arrivi direttamente o ai play-out questo non importa. Ce la giochiamo alla pari con le altre e sono sicuro che alla fine riusciremo a rimanere in Promozione anche il prossimo anno."
"Abbiamo pagato alcuni errori fatti in estate ma con il mercato di dicembre abbiamo rimesso le cose a posto – ci ha riferito il ds Federico Biondi – In estate ci siamo affidati troppo a mister Tempestini ed abbiamo messo su una squadra troppo giovane ed inesperta. Adesso con gli innesti di Borri e Di Simone siamo tutta un'altra squadra, ma non escludo che a gennaio possano arrivare altri elementi di esperienza a completare la rosa. Il mio vero cruccio è quello di non aver creato la squadra con Tarabusi già in estate: con lui si è venuto a creare un rapporto davvero idilliaco, quasi "marito e moglie" – dice ridendo – Lavoriamo giorno e notte spalla a spalla cercando di mettere a segno i colpi che servono al Candeglia per raggiungere la salvezza finale: non è facile, ma il lavoro fatto finora ci gratifica molto e ci lascia ben sperare per il proseguo della stagione. Siamo una squadra inesperta, paghiamo le disattenzioni a caro prezzo, ma piano piano stiamo riuscendo a farci strada tra le altre. La classifica è molto corta e non mi pare che il Candeglia abbia qualcosa in meno rispetto alle rivali: forse non riusciremo a centrare la salvezza diretta, ma l'anno prossimo giocheremo ancora in Promozione, ne sono sicuro."